Eventi e mostre

Antonio Calderara alla Bocconi

Antonio Calderara alla Bocconi

Quattordici opere astratte di Antonio Calderara all'Università Bocconi. Dal 29 giugno 2015, Milano, via Sarfatti 25

In occasione della quarta edizione della Bocconi Art Gallery, la Fondazione Calderara propone un nuovo allestimento di opere del pittore Antonio Calderara, una nuova “sfida” sempre più astratta, concettuale ed internazionale per i visitatori dell’Ateneo.

Quattordici dipinti ad olio tutti realizzati all’interno del ventennio più decisivo della sua produzione (1958-1978), nel quale si coglie la svolta dalla figurazione, sempre più essenziale e geometrica, verso l’astrazione più estrema. Dalla fine degli anni Cinquanta, infatti, nei paesaggi di Calderara si nota un’abbreviazione della profondità di campo e l’imporsi della dominante orizzontale che crea da un lato una certa distanza tra osservatore e campo visivo e dall’altra ci mostra una profondità ottenuta attraverso minime variazioni di toni (Paesaggio, 1957).  Se in Pittura (Winter) del 1957-58 la matrice figurativa dei paesaggi lacustri dipinti negli anni immediatamente precedenti è ancora percepibile, verso la fine del decennio nella pittura di Calderara la resa naturalistica dei soggetti lascia gradualmente spazio alla ricerca di elementi di sintesi figurativa sempre più spinti. Mosso dal bisogno più assoluto di sintesi, Calderara porta il paesaggio al limite estremo di essenzialità, nella quale finisce il ricordo e inizia l’idea, come  è evidente in Spazio Luce (1960-62) e in Misura di luce (1960-64).

Caduta la necessità di una dimensione prospettica, cadono mano a mano anche tutti i vincoli formali che lo legavano alla figurazione: Calderara arriva così all’assoluta sintesi dei quadri astratti degli anni Sessanta e Settanta che “non ambiscono a essere pura geometria, ma che vogliono invece essere rappresentazione della misura umana in uno spazio di luce”.

Lo spazio e il tempo si trasfigurano in uno spazio senza limite, nella luce senza sorgenti, e l’orizzontalità e la verticalità, ordinate nella perfezione dell’angolo retto si definiscono nel costruirsi quadrato e rettangolo, misura organizzata nello spazio di luce.

Nel rettangolo rosso misura di rettangoli equivalenti (1966-67), Senza titolo (1968), Orizzonte pluricromatico al margine (1968-69) e soprattutto Pittura (1969-70) sono tavole nelle quali minime presenze geometriche caricano di una tensione ben calibrata le campiture di colore sostanzialmente monocrome, anche se, necessita dirlo, sempre e comunque d‘impronta tonale e mai piatta o timbrica.

Chiude il percorso una Lettera di un convalescente del 1975-78 che rappresenta il tema dominante delle opere conclusive del percorso artistico di Antonio Calderara: la comparsa della diagonale come elemento di instabilità dinamica è forse interpretabile come una voglia di dinamismo che appare dopo una vita passata alla ricerca di strutture basilari e sintetiche della mente umana, per loro natura stabili e immutabili.